L’AVENTINO

La città e la memoria 

Piazza Bocca della verità -  Circo Massimo – Giardino degli Aranci – Basilica di Santa Sabina – Chiesa dei Santi Bonifacio ed Alessio – Piazza dei Cavalieri di Malta – Santa Prisca – San Saba – Piramide Cestia – Cimitero protestante

Una tradizione di origine medievale attribuisce alla Bocca della Verità poteri oracolari. Per capire se una persona è sincera o mente è sufficiente introdurre la sua mano nella bocca: nel primo caso resterà illesa, diversamente l’avrà divorata. Sembrerebbe, anzi, che in passato i tribunali, se persuasi della colpevolezza dell’imputato, contribuissero materialmente all’implacabile giudizio divino.  Sta di fatto che ogni città ha i propri riti e tradizioni ed è bello cercarle e viverle in prima persona ma poi va ritrovata la storia. Ebbene, senza nulla togliere ad un che di inquietante del grande disco di marmo,  ma  la cosiddetta Bocca della Verità non è altro che un mascherone di una divinità fluviale, in origine utilizzato come chiusino. Per lungo tempo fu collocato all’esterno della Chiesa di Santa Maria in Cosmedin e solo nel XVII secolo murato nel portico della chiesa. Molti visitatori fanno la coda per sfidare la Bocca della Verità; pochi entrano nella splendida chiesa medievale. Vale la pena di scoprirla. Resta poco delle decorazioni più antiche, in gran parte risalenti  al XII-XIII secolo, ma vi è una bella iconostasi tipica delle chiese ortodosse medievali.

Da Piazza della Bocca della Verità si costeggia il Circo Massimo e si sale sull’Aventino. E’ il colle più meridionale tra i sette colli romani, quello più vicino al Tevere ed al suo antico  porto. Proprio questi elementi hanno fatto sì che in origine la collina avesse una forte connotazione popolare e commerciale. Già in età imperiale l’Aventino perdette progressivamente questo carattere e divenne un quartiere patrizio; oggi con le sue chiese medievali, i giardini, e le eleganti residenze è uno dei luoghi più aristocratici della capitale.

Risalendo la collina si giunge al Giardino degli aranci che si estende nell’area di un castello medievale appartenente alla famiglia dei Savelli (XIII secolo). Dal giardino si gode uno dei panorami più suggestivi della città: si vedono in lontananza il Gianicolo e Monte Mario e, seguendo il corso del Tevere gli edifici di San Michele a Ripa Grande.

A pochi passi è la  Chiesa di Santa Sabina, basilica paleocristiana realizzata nel V secolo, restaurata più volte nel corso del tempo. Proseguendo si trova la Chiesa dei Santi Bonifacio ed Alessio; l’impianto della chiesa medievale fu fortemente modificato nel corso del  XVIII secolo; resta il bel campanile duecentesco. All’interno della cripta romanica si custodiscono le reliquie di san Tommaso di Canterbury e la colonna alla quale, secondo la tradizione, fu legato San Sebastiano.

Proseguendo si apre la Piazza dei Cavalieri di Malta che deve la sua sistemazione attuale a Giovan Battista Piranesi (1765). I trofei che scandiscono lo spazio hanno il ruolo di evidenziare il ruolo militare del’ordine. Dalla serratura della piazza si ha uno delle vedute più suggestive di Roma: al di là della porta, si apre una fuga prospettica costituita da filari di alberi che converge verso la cupola della basilica di San Pietro. Si prosegue poi verso la Chiesa di Santa Prisca costruita nel V secolo ma più volte restaurata. E’ uno di più antichi luoghi di culto cristiano dell’Aventino. Vi sono  custodite le reliquie della santa che subì il martirio durante l’impero di Claudio (I secolo d.C.); all’interno è anche la vasca battesimale dove, secondo la tradizione, Santa Prisca ricevette il battesimo da San Pietro. Gli scavi hanno riportato alla luce le rovine di una dimora romana di I secolo ed un mitreo.

Alle pendici dell’Aventino è la chiesa di San Saba, probabilmente fondata da Gregorio Magno e dalla madre Silvia.  La chiesa, dedicata al capo del monachesimo orientale, è caratterizzata da una facciata e portico medievali e dalle linee eleganti del loggiato quattrocentesco. All’interno sono pitture di epoca medievale. Fu di proprietà dei monaci greci fino all’XI secolo, poi passò ai frati benedettini.

Ai piedi dell’Aventino si staglia monumentale la Piramide Cestia, monumento funebre di fine I secolo a.C. di chiara ispirazione egiziana appartenente a Caio Cestio Epulone (forse il console morto nel 12 a.C.) membro di un collegio sacerdotale minore, i Septemviri Epulonum. E’ alta più di 36 metri, con una base quadrata di circa 30 metri per lato; fu costruita, come indica l’iscrizione in soli 330 giorni; l’interno è in calcestruzzo.  L’area archeologica della piramide accoglie una delle più importanti colonie feline di Roma. Sulla piramide domina il cimitero protestante, noto anche come Cimitero degli Inglesi, istituito a partire dal 1738, per gli stranieri acattolici residenti a Roma ai quali era vietata la sepoltura nei cimiteri cattolici. Luogo caro agli artisti ed ai letterari, tra i numerosi personaggi che vi riposano ricordiamo Percy Shelley e John Keats, sulla cui tomba è l’epitaffio: “Qui riposa uno il cui nome fu scritto sull’acqua”.

Suggerimento: Lungo la via Ostiense c’è uno dei musei più particolari di Roma: La Centrale Montemartini. La ricca collezione di arte antica è esposta all’interno della sede della prima centrale elettrica pubblica di Roma, inaugurata nel 1912. Questo spazio espositivo, di notevole interesse anche dal punto di vista museografico, costituisce un ponte straordinario tra l’archeologia antica e quella industriale.

SAPEVI CHE?

La Piramide Cestia non era l’unica piramide realizzata a Roma. Ve ne erano sicuramente altre tre. Al Campo Marzio erano le due piramidi gemelle poste nei pressi dell’attuale piazza del Popolo, l’altra più simile a quella ostiense si trovava nella zona del Borgo: fu distrutta da papa Alessandro VI Borgia nel 1499 per aprire la nuova strada del Borgo alessandrino.

 

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