ROMA NEL BAROCCO

Sulle orme di Bernini, Borromini e Caravaggio

Piazza Navona – Chiesa di San’Agostino – Chiesa di San Luigi dei Francesi – Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza – Piazza Barberini con la fontana del Tritone e Fontana delle Api – Palazzo Barberini – Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane –  Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale – Chiesa di Santa Maria della Vittoria

A Roma nel 1600 è la punta più avanzata della cultura figurativa in Europa. Bernini perviene ad una sintesi tra architettura, scultura e pittura; sul fronte dalla pittura il luminismo ed il naturalismo del Caravaggio per la prima volta nella storia determineranno una corrente di diffusione europea; Borromini, dal canto suo sovverte il concetto classico antropomorfo dell’architettura rinascimentale dando vita ad un linguaggio di straordinaria modernità.

Nel 1600 la corte pontificia e le nobili famiglie concepiscono la città come un’immensa scenografia per meravigliare. Sono pensate in senso scenografico le piazze così come le arterie. Trionfa l’estetica barocca e Gian Lorenzo Bernini è senz’altro il più grande scenografo urbano in Europa.

Il nostro itinerario dedicato alla Roma barocca muove da Piazza Navona, uno dei complessi urbanistici più suggestivi della città: gli edifici che delimitano la piazza sono stati realizzati sulle rovine  della cavea dell’antico Stadio di Domiziano, di qui l’andamento allungato dello spazio. A partire dal Rinascimento, quando vi fu trasferito il mercato, la piazza divenne il cuore del commercio di verdure, carni e beni di ogni sorta. Oggi è uno dei punti di incontro privilegiati dei romani. La piazza ben sottolinea come Roma nel ‘600 miri a riqualificarsi la “regina aquarum”: le fontane, infatti, tornano ad essere elemento caratterizzante della città. Cuore scenografico dello spazio è la Fontana dei Fiumi di Bernini mentre al Borromini si devono alcune scelte determinanti nella chiesa di Sant’Agnese in Agone, quali l’andamento concavo della facciata, la cupola e i campanili che nell’insieme conferiscono un andamento fortemente dinamico all’edificio.

A pochi passi da Piazza Navona è la chiesa di Sant’Agostino, all’interno della quale ci sono grandi capolavori, quali ad esempio un affresco di Raffaello (Isaia profeta del 1512) e la Madonna dei Pellegrini di Caravaggio.

Il grande pittore lombardo è presente anche in un’altra chiesa non distante, quella di San Luigi dei Francesi: all’interno della Cappella Contarelli sono tre delle più intense tele dipinte da Caravaggio (la Vocazione di San Matteo, Il Martirio di San Matteo e San Matteo e l’angelo), vale la pena di soffermarsi a contemplare la straordinaria regia della luce orchestrata dal grande maestro del ‘600 in funzione drammatica.

Proseguendo verso corso Rinascimento si trova la Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, così denominata in quanto si affaccia sul cortile del Palazzo della Sapienza, sede della prima Università di Roma dal XV secolo fino al 1935. La chiesa è opera di Borromini (1642-1650) che ha concepito una pianta esagonale a stella (compenetrazione di due triangoli equilateri), ripresa dalla cupola a sei spicchi culminante con una spirale di incredibile tensione verticale. E’ la luce la grande protagonista dello spazio caratterizzato dal rigore della decorazione e del bianco che domina incontrastato. Tutte queste soluzioni non hanno precedenti nella storia dell’architettura italiana.

Il nostro itinerario  prosegue verso Piazza Barberini che deve la sua attuale denominazione ad una villa acquistata dalla nobile famiglia romana i cui giardini si estendevano fino all’attuale Via XX Settembre. Le modifiche apportate al tessuto urbano hanno spazzato via le atmosfere del quartiere, dove nel corso del ‘600 risiedevano e lavoravano molti artisti  (non è un caso il nome di alcune strade quali via degli Artisti e via dei Modelli). Tra gli edifici moderni si distinguono le impronte che la famiglia Barberini ha impresso in questi luoghi attraverso la fontana delle Api e quella del Tritone che dominano la piazza, realizzate dal Bernini su commissione di papa Urbano VIII.

Risalendo Via delle Quattro Fontane si costeggia Palazzo Barberini, antica residenza della famiglia, progettato da Carlo Maderno e ultimato da Bernini e Borromini. Il Palazzo è oggi sede della Galleria Nazionale d’Arte Antica, uno dei musei più importanti di Roma dove ci sono capolavori di pittura italiana e straniera dal XIII al XVIII secolo.

Si giunge, quindi, al cosiddetto Quadrivio delle Quattro fontane aperto alla fine del ‘500 dove si intersecano la via Pia aperta da papa Pio IV (oggi via XX Settembre) e la strada Felice (oggi via delle Quattro Fontane): da questo punto si possono vedere Porta Pia e i tre obelischi (quello di Trinità de’ Monti, quello davanti alla basilica di Santa Maria Maggiore e, infine, quello di Monte Cavallo). E’ una delle più interessanti e spettacolari soluzioni urbanistiche realizzate alla fine del XVI secolo a Roma:  tutto è organizzato per abbracciare elementi distanti e vicini e legare lo spazio al movimento. Papa Sisto V voleva fare di Roma una delle città più moderne e belle in Europa ed ha fatto realizzare lunghi rettifili che si incrociano in questo punto il cui effetto spettacolare è accentuato dalla quattro fontane agli angoli.

All’angolo si incontra un complesso commissionato nel 1634 a Francesco Borromini: Il Monastero e la Chiesa di San Carlo dalla particolare facciata convessa al centro e concava ai lati che conferisce all’insieme grande dinamismo e monumentalità. Lo spazio interno, articolato a pianta ellittica, sembra contrarsi ed espandersi allo stesso tempo, la cupola ovale dai profondi lacunari, imprime un andamento verticale; attraverso il gioco della luce pare smaterializzarsi.

Poco più avanti è la Chiesa di San’Andrea al Quirinale, molto interessante per le soluzioni trovate da Bernini nella parte esterna della chiesa e il modo con cui essa dialoga con il paesaggio urbano: una sorta di esedra con una scalinata che invade la strada e invita ad entrare all’interno dello spazio sacro. Qui si impone un concetto dinamico e spettacolare dell’architettura: la pianta ellittica adottata da Bernini dilata in modo illusionistico l’ampiezza dell’edificio.

Il nostro itinerario termina alla Chiesa di Santa Maria della Vittoria, all’interno della quale è L’estasi di Santa Teresa che rappresenta il momento culminante della ricerca di Bernini, tesa all’unificazione di architettura, scultura e pittura.

 

SAPEVI CHE?

La Fontana delle Api

Le api sono lo stemma della famiglia Barberini, alla quale apparteneva papa Urbano VIII che ha commissionato la fontana a Bernini. I romani dicevano che le api succhiavano l’acqua lasciando un getto di scarsa entità, denunciando in tal modo la politica fiscale del papa che imponeva una pesante tassazione al popolo dando ben poco in cambio.

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