LA ROMA DEI CESARI
I luoghi dei divertimenti della Roma antica
Panem et circenses
Colosseo – Terme di Caracalla – Circo Massimo – Teatro di Marcello – Stadio di Domiziano (Piazza Navona)
Panem et circenses, la celebre invettiva di Giovenale riassume con grande efficacia il clima della Roma antica, nella quale gli imperatori conquistavano il favore del popolo principalmente attraverso le distribuzioni gratuite del grano e l’organizzazione di giochi e spettacoli.
COLOSSEO
Nessun edificio meglio del Colosseo può evocare maggiormente i divertimenti nell’antichità: si tratta, infatti, del più vasto anfiteatro mai costruito dai romani, inaugurato nell’80 d.C. dall’imperatore Tito con 100 giorni di feste solenni durante le quali furono uccise 5000 belve. Gli spettacoli (cacce, supplizi e combattimenti di gladiatori) erano organizzati su ordine degli imperatori ed offerti gratuitamente al popolo che accedeva all’anfiteatro e agli altri edifici per spettacolo attraverso un sistema di tessere.
Ci piace l’idea di raccontare in cifre il carattere straordinario dell’Anfiteatro Flavio: 3357 m2 (l’estensione totale), 52 m (l’altezza in antico), 50.000-75.000 (gli spettatori che poteva accogliere), 120 (i giorni di feste organizzate agli inizi del II secolo dall’imperatore Traiano durante i quali si sfidarono sull’arena 10.000 gladiatori e 11.000 belve).
Anche le terme godevano di un grande favore nell’antichità, quelle costruite da Caracalla agli inizi del III secolo, sono quelle meglio conservate a Roma. Si calcola che vi accedessero dalle 6.000 alle 8.000 persone al giorno. Le terme erano il luogo deputato per la cura di corpo, mente e spirito (mens sana in corpore sano), non solo si facevano bagni e ci si esercitava nelle palestre, ma ci si poteva dedicare alla lettura nelle biblioteche; esse svolgevano un ruolo sociale di fondamentale importanza, erano un luogo di incontro privilegiato dove si potevano concludere anche gli affari. In età imperiale nella capitale vi erano 11 grandi complessi termali e circa 1.000 balnea, impianti termali gestiti da privati. L’ingresso aveva un costo davvero molto modesto.
CIRCO MASSIMO
Durante l’antichità c’era un grande fanatismo per le corse dei carri che si organizzavano nei circhi dove si sfidavano quattro fazioni diverse, ognuna distinta da diversi colori (Albata, Russata, Prasina e Veneta) e avente una propria divinità protettrice; alla fine dell’impero esse assunsero la connotazione di veri e propri partiti. Il Circo Massimo era il più grande edificio per spettacoli a Roma. La sua storia è strettamente legata alle origini della città: secondo la tradizione è durante i giochi organizzati al circo che i romani organizzarono il Ratto delle Sabine. In realtà si attribuisce a Tarquinio Prisco (VII secolo a.C.) la realizzazione di un primo circo per le corse dei carri. Oggi rimane solo l’impronta della cavea di questo enorme impianto (600 metri di lunghezza e circa 200 di larghezza) che dopo gli ampliamenti condotti in età imperiale poteva accogliere circa 250.000 spettatori.
Il nostro percorso nei luoghi dei divertimenti della città antica prosegue, quindi, verso il teatro di Marcello, costruito dall’imperatore Augusto nel I sec. a.C., l’unico teatro di Roma che si sia conservato (quello di Pompeo era più vasto e antico) e termina allo Stadio di Domiziano, deputato agli agones, le competizioni atletiche ispirate a quelle organizzate nell’antica Grecia; l’impronta dello stadio è perfettamente leggibile nell’articolazione attuale di Piazza Navona.
Si ritiene che nella tarda età imperiale più della metà dell’anno fosse dedicato ai giochi.
SAPEVI CHE?
L’Anfiteatro Flavio in origine si chiamava Amphitheatrum Ceasareum. La denominazione di Colosseo risale al Medioevo e si deve, con ogni probabilità, alla statua gigantesca di Nerone in bronzo dorato che fu collocata agli inizi del II secolo proprio nella piazza antistante l’anfiteatro. La statua di Nerone misurava circa 35 m di altezza, con il basamento su cui poggiava arrivava quasi alla sommità del Colosseo; fu fusa in età medievale!
Suggerimento: Le distribuzioni gratuite del grano avevano luogo nella Porticus Minucia, dove ogni cittadino romano aveva diritto a ricevere 5 modii, ovvero l’equivalente di circa 35 kg di grano al mese. Da alcuni anni quest’area è stata scavata ed è attualmente accessibile al pubblico presso la Crypta Balbi (Museo Nazionale Romano), l’unico caso di archeologia urbana a Roma, troverete venti secoli di stratificazioni archeologiche sovrapposte.