LA BASILICA SOTTERRANEA DI PORTA MAGGIORE

Archeologia nascosta

Domenica 10 marzo

Dopo un lungo periodo di chiusura, il cantiere di restauro della Basilica Sotterranea di Porta Maggiore riapre al pubblico e gli appassionati di Roma sotterranea potranno visitare gli scavi con permesso straordinario.

La Basilica sotterranea di Porta Maggiore fin dalla sua scoperta nel 1917, ha affascinato sempre studiosi di archeologia e non solo. Rinvenuta casualmente durante lavori di consolidamento dei soprastanti binari ferroviari, ha mantenuto inalterato il suo apparato decorativo interamente in stucco bianco e policromo. Pur di ridotte dimensioni ( 12 metri di lunghezza per 9 di larghezza, per complessivi 108 m2 ) presenta tuttavia già lo schema classico a navata centrale con le ali laterali divise da pilastri più l’abside di fondo, che sarà ripresa più tardi per il culto cristiano.

Luogo di culto o edificio funerario? Il fascino di questa Basilica pagana nasce anche dalle diverse ipotesi fatte sul suo significato e sulla sua destinazione d’uso.

Per una interpretazione cultuale è Jerome Carcopino: lo storico francese attribuisce il complesso alle proprietà di quel Tito Statilio Tauro citato in giudizio per pratiche magiche da Agrippina, la madre di Nerone, e che per non subire l’onta del processo, si tolse la vita nel 53 d.C.. Tito Statilio Tauro avrebbe dunque fatto parte di una setta misterica, che fornì il pretesto alle accuse di magia, e Carcopino si spinge ad identificare la Basilica con la sede di un culto neopitagorico per la scelta del sito, per l’impianto planimetrico e per la decorazione.

Di diverso parere un altro storico, Gilles Sauron, che confermando la proprietà alla famiglia degli Statili, identifica l’edificio come la tomba di un altro Tito Statilio Tauro, vissuto trenta anni prima, collaboratore di Augusto e console nel 11 d.C. insieme a Marco Emilio Lepido.

La recente riapertura segue in via sperimentale un’importante fase di restauri, tuttora in corso, che sta interessando la statica dell’edificio e la pulitura chimica e meccanica delle superfici decorate.

Nonostante la presenza dei ponteggi renda disagevole  la visita l’iniziativa costituisce un’occasione privilegiata e rara per poter ammirare tra i più mirabili stucchi dell’antichità.