IL TEVERE: I MERCATI E I COMMERCI

Chiesa di Santa Maria in Cosmedin (Bocca della verità) – Arco di Giano – Chiesa di San Giorgio al Velabro – Casa dei Crescenzi – Isola Tiberina

Il Tevere ha avuto un ruolo fondamentale per le origini di Roma, tanto da essere definito “Padre della città”; esso offriva ai romani acqua per dissetarsi, cibo per sfamarsi e una via straordinaria di trasporto per le merci. Anticamente grandi navi trainate da buoi e talvolta da schiavi, portavano mercanzie dalla foce del Tevere nel cuore della città; l’antico porto Tiberino si trovava a sud del Foro Olitorio (area oggi occupata dal Palazzo dell’Anagrafe).

FORO BOARIO

La chiesa di Santa Maria in Cosmedin si erge sul luogo in cui c’era un importante altare consacrato ad Ercole, che secondo la tradizione pascolava le sue vacche proprio qui. E’ in quest’area, denominata Foro Boario, che si teneva il mercato del bestiame ancora prima della fondazione della città. Era una zona di mercati, templi, le cui strade erano frequentate da romani e da tanti stranieri che giungevano in città dal porto. Infatti la parte compresa tra le pendici del Palatino  e il fiume era denominata ripa greca perché frequentata da genti provenienti dall’Impero d’Oriente. Non è un caso che i luoghi di culto sia nell’antichità che in età medievale siano legati a tradizioni orientali: ad esempio Ercole, divinità di origini greche e San Giorgio, martire di origini palestinesi.

San Giorgio al Velabro era un’antica diaconia, ovvero uno di quei tanti centri in cui i monaci distribuivano cibo ai poveri e assistevano i pellegrini giunti a Roma; in seguito fu trasformata in chiesa dedicata al santo di origini palestinesi, il cui cranio è custodito sotto l’altare.

Attraversando la strada  verso il Tevere ci sono due templi. Quello a pianta centrale è stato costruito nel II secolo a.C. ed è dedicato ad Hercules Victor, protettore dei mercanti d’olio, si tratta del più antico tempio romano costruito in marmo che si sia conservato. Il tempio rettangolare era dedicato a Portunus, divinità protettrice dei porti.

Si giunge poi all’isola Tiberina che ha avuto origine da uno scoglio di tufo formatesi in seguito ad un’eruzione vulcanica. Al centro dell’isola c’è la chiesa di San Bartolomeo costruita nel X secolo ma più volte rimaneggiata, che si imposta sui resti di un tempio romano dedicato ad Asclepios, dio della medicina. Proprio di fronte alla chiesa si erge l’ospedale Fatebenefratelli costruito nel XVI secolo che ha mantenuto la vocazione ‘medica’ legata alla storia dell’isola.

Oggi la città ha un po’ perduto il rapporto con il suo fiume: gli argini l’hanno protetta dalle violente inondazioni, ma i muri costruiscono distanze, separano. L’Isola Tiberina, è il luogo privilegiato per ritrovare il dialogo con il Tevere, per sentirsi abbracciati e parte della sua energia e della sua storia; il vento dolce, il ponentino,  scivola sulle sue acque e tutto diventa più soave e vero.

SAPEVI CHE?

Secondo la tradizione l’Isola Tiberina sarebbe nata dal grano gettato nel Tevere in seguito alla rivolta dei romani contro Tarquinio il Superbo, sommossa che ha portato alla cacciata dei re etruschi e alla nascita della Repubblica (509 a.C.).

Suggerimento: Se vuoi approfondire la conoscenza dei commerci dell’antica Roma il luogo per eccellenza è Ostia antica,  il porto della caput mundi. Visitando gli scavi si compie un viaggio nel tempo: le strade, le terme, il foro, le taverne, il teatro, le abitazioni private i grandi depositi di grano, le necropoli fanno penetrare il visitatore nella vita quotidiana di una città antica.  Una via privilegiata per arrivarci è proprio il Tevere. Ci si può imbarcare a Ponte Marconi e arrivare agli scavi archeologici. Se vuoi godere di uno sguardo unico sulla città attraverso il fiume puoi imbarcarti all’Isola Tiberina e arrivare a Ponte San’Angelo. Altrimenti le zone più vicine per proseguire la tua scoperta di Roma sono senz’altro l’Aventino o il Ghetto.

Suggestioni letterarie: Tito Livio, Storia di Roma, 3 voll., Newton Compton, Milano 1997

Suggestioni musicali: Jerry Vale, Roman Guitar

Suggestioni cinematografiche: Dino Risi, Straziami ma di baci saziami (1967)

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